DI DONATO: «LA NOSTRA FORZA E'
UN GRUPPO ECCEZIONALE»


Di Donato, uno stantuffo inesauribile

Foto di Tullio Puglia


C'è chi lo ha definito il "Davids di Palermo", era stato anche paragonato a Gattuso. Complimenti lusinghieri per un ragazzo di soli 24 anni che sta vivendo un'annata magica. Palermo non è la prima piazza importante dove ha giocato, è stato anche al Torino, in A ed in B, ma in due stagioni collezionò solo 8 presenze (tutte tra i cadetti, segnando anche un gol) poi due anni di gavetta in C (Siena e Lodigiani) e ci si meraviglia come mai un calciatore così preparato atleticamente, essenziale in una squadra di "tutte stelle" come quella rosanero stia ancora in serie C. Che sia colpa degli stranieri e della voglia "esterofila" delle società, che sia questa la ragione per cui non è ancora approdato alla massima serie ?

«Tanti stranieri chiudono un po' la strada ai giovani - dice il centrocampista abruzzese - ma la serie A, mah no dai». Si imbarazza un po', è timido Di Donato ma in campo non lo dimostra, "sradicando" palloni dai piedi avversari e rilanciando l'azione. Proprio come fanno Davids e Gattuso: «Mi fa piacere che me lo dicano, ovviamente, anche perché l'olandese è un mio idolo». E' legato al Palermo da un contratto di 3 anni, anche se è ancora a metà con la Lodigiani. Contro L'Aquila è stato ancora una volta tra i migliori, in una squadra che ormai fila via superando un ostacolo dopo l'altro. «Non abbiamo avuto cali dopo la partita contro il Savoia, volevamo vincere anche contro L'Aquila, nei primi 30 minuti specialmente abbiamo dimostrato di essere una squadra molto forte».

«Poi siamo un po' calati, ma tra il 1° e il 2° tempo Sonzogni ci ha fatto capire che dovevamo continuare come all'inizio, anche perché il gol poteva arrivare da parte loro in qualunque modo: in mischia, su palla inattiva e avremmo rischiato di pareggiare. Così, siamo ripartiti forte e loro hanno avuto una sola occasione nella ripresa con il colpo di testa di Cecchini centrale parato da Sicignano». Oggi il Palermo fa male agli avversari, li batte con una facilità che all'inizio del campionato non esisteva. Cos'è cambiato? «Siamo più uniti - risponde Di Donato -, ci aiutiamo l'un l'altro, all'inizio non era così. Oggi ognuno aiuta il compagno, siamo un gruppo eccezionale».

Di Donato in azione

Foto di Tullio Puglia


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