IL "CASO ALIOTTA"

Alla fine della partita Messina-Lodigiani, terminata 1-1 e contrassegnata da decisioni arbitrali sfavorevoli alla squadra peloritana raggiunta da un pareggio su un rigore contestato, il presidente messinese Emanuele Aliotta si è lasciato andare a dichiarazioni molto gravi riguardo alla "sudditanza" che la classe arbitrale avrebbe nei confronti del Palermo e in particolare nei riguardi del presidente della società rosanero Sergio D’Antoni e dell’azionista di maggioranza Franco Sensi. Ecco il resoconto dell’intera vicenda.

Il patron del Palermo Sensi con Sonzogni

Foto di Tullio Puglia

L’ACCUSA. In diretta televisiva al termine della partita del suo Messina, il presidente Aliotta ha accusato in questo modo arbitri e dirigenza del Palermo: «Il rigore che abbiamo subito è inesistente. E’ una cosa vergognosa. Il Palermo stava pareggiando ed è stato assegnato un rigore alla Lodigiani. Il campionato è stato falsato da Sensi e D’Antoni, a tavolino hanno deciso così. Sono tutti d’accordo, tutti insieme, arbitri, D’Antoni e Sensi. Questo non è sport, è rubare a tavolino».

LA DIFESA. Il presidente del Palermo Sergio D’Antoni ha risposto alle accuse in sala stampa dopo Palermo-Atletico Catania: «Sto pensando a come tutelare la mia immagine, quella della società e dell’azionista Sensi e c’è la possibilità anche di adire le vie legali. Si tratta di dichiarazioni senza senso – perché il Palermo ha preso un punto in 2 partite e non ha ancora vinto il campionato – e inoltre gravi e pericolose perché un ambiente esasperato da recriminazioni come potrebbe diventare quello messinese, non sarebbe un buon viatico in vista della sfida decisiva per il campionato che si giocherà tra due settimane proprio a Messina. Mi auguro che la Federazione intervenga».

IL GIORNO DOPO. A freddo, ci si potevano attendere altre dichiarazioni sulla vicenda da parte del presidente messinese, magari per stemperare i toni e rivedere quanto detto il giorno prima, frasi che potevano essere dettate dal nervosismo per aver mancato l’occasione di ridurre il distacco dal Palermo. Invece Aliotta, interpellato dalla redazione sportiva di Tgs, tramite il proprio ufficio stampa ha fatto sapere di non voler tornare sull’argomento se non prima di mercoledì sera. Perché proprio mercoledì? Perché in quella giornata si riunirà il Consiglio Direttivo della società peloritana che potrebbe decidere – parole ancora di Aliotta – di ritirare la squadra dal campionato e far concludere il torneo alla propria squadra "Berretti", cioè ragazzi di 18 anni (!). Perinetti, chiamato in causa nella stessa trasmissione ha detto: «Giù le mani dal Palermo, nessuno può mettere in dubbio la trasparenza di questo nostro campionato».

«Anche perché se in alcune partite – vedi Ascoli, Avellino o Viterbo – ci fossero state differenti decisioni arbitrali oggi il Messina non sarebbe in grado di inseguirci ma saremmo già al mare. Ma gli errori dei direttori di gara ci sono in tutte le categorie e per tutte le squadre. Non so quale sia la ragione per cui Aliotta abbia fatto queste dichiarazioni».

LA LEGA. Sulla questione ha detto la sua anche Franco Proto che, oltre ad essere presidente dell'Atletico Catania, è vicepresidente della Lega Nazionale di serie C, l'organo rappresentativo delle società che giocano nei campionati di C1 e C2: «Sono preoccupato - ha commentato Proto - sono parole gravi e penseremo ad eventuali decisioni da prendere nei confronti del presidente Aliotta. Sarebbe stato il caso che non aspettasse mercoledì, sarebbe stato meglio smentire già oggi (lunedì, ndr) le dichiarazioni del dopo-partita». E, come annunciato, martedì, la Lega di C lo ha inibito ad assolvere incarichi o mansioni ufficiali inerenti a gare fino al 25 aprile 2001.

L’IPOTESI. C’è un’ipotesi legata a questa "sparata" di Aliotta. E’ di natura politica. A quanto pare, infatti, Aliotta sarebbe stato in contatto con D’Antoni per un collegio nel messinese nelle prossime elezioni del 13 maggio tra le fila di Democrazia Europea, ma sembra che la destinazione non sia stata di suo gradimento e avrebbe così cortesemente rifiutato con un fax inviato a D’Antoni. Questo pochi giorni prima l’invettiva rivolta al presidente del Palermo, che a proposito di quest’ipotesi ha detto: «Che c’entra la politica col calcio?». «E’ un po’ strano – è stato infine commentato da Carlo Brandaleone del Giornale di Sicilia in occasione della trasmissione sportiva di Tgs – che solo pochi giorni fa Aliotta stimasse così tanto D’Antoni, tanto da volersi candidare nel suo movimento, e adesso gli rivolge accuse di questa fattura».

ALIOTTA TORNA SUI SUOI PASSI. Il presidente del Messina Aliotta martedì dice che «tutto è stato chiarito col presidente del Palermo D'Antoni». E aggiunge: «Attendiamo i sostenitori rosanero - ha detto Aliotta - per vivere in loro compagnia una giornata di grande calcio».