CHI
E' IL NUOVO ALLENATORE DEL PALERMO
LE
SUE PRIME PAROLE DA TECNICO ROSANERO

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Ezio
Sella è nato a Roma l'11 aprile '56, ha quindi
da poco compiuto 45 anni. Da calciatore ha giocato
esattamente 100 partite in serie A e 62 in B,
giocando in massima serie tre stagioni nella
Fiorentina, una nella Roma (senza nessuna presenza,
all'inizio della carriera) e una nel Verona.
In B ha giocato a Brescia, nella Samp, nel Bologna
e nell'Arezzo. Ha terminato la sua esperienza
agonistica in serie C, ad Ancona, dove ha militato
tre stagioni, dall'84/'85 all'86/'87. Pur essendo
un attaccante, non segnava tanto: 22 gol in
A (record 8 gol in 28 partite a Firenze nel
'78/'79), 7 in B. Da allenatore ha cominciato
nell'89/'90 a Roma, facendo il secondo a Ezio
Volpi nella Lodigiani. Nella società romana
è rimasto tre stagioni, allenando le giovanili
nell'annata successiva e ancora da "secondo"
nel '91/'92 a Francesco Paolo Specchia. Tre
anni di esperienza in serie C2, poi passa alla
Roma, stagione '92/'93.
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Quattro
anni di settore giovanile poi il grande salto alla
prima squadra nel '96/'97. Alla 27ª giornata viene
esonerato l'allenatore argentino Carlos Bianchi e
al duo Sella-Liedholm viene affidata la gestione della
formazione giallorossa. Sensi è già presidente della
Roma, quindi conosce bene Sella, all'epoca allenatore
della Primavera. La sua esperienza non è molto positiva:
una sola vittoria, due pareggi e 5 sconfitte; 7 gol
fatti, 11 subiti. La Roma conclude il campionato appena
4 punti sopra la zona retrocessione. In quella squadra
giocano Carboni, Di Biagio, Candela, Balbo e un giovanissimo
Totti. L'anno dopo torna a fare il "secondo",
stavolta con Zeman, nuovo allenatore dei giallorossi.
Nel '99'/00 non è "vice" di Capello, ma
rimane nello staff tecnico della società.

Foto
di Tullio
Puglia
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«Ho
saputo martedì che sarei diventato l’allenatore
del Palermo. Ho accettato con entusiasmo perché
voglio mettermi in discussione. Il tempo a disposizione
è poco, ma si può far bene». «Capello mi ha
detto di stare tranquillo e sereno e di fare
meglio possibile», ma c’è chi dice che il tecnico
della Roma sia rimasto male per il trasferimento
del collaboratore fidato. «Finora ho sempre
lavorato a Roma. Per la prima volta mi allontanerò
dalla mia famiglia. Non mi sento un "traghettatore",
penso solo a finire il campionato.
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In
passato ho avuto la fortuna di stare accanto a tecnici
come Liedholm, Zeman, Capello: cercherò di mettere
a frutto ciò che ho imparato».
«Ma quello che mi
ha "dato" di più è proprio Capello. Mi piace
sia per la sua "mentalità" che per il modo
in cui intende il calcio, sia dentro che fuori il
terreno di gioco». «In questo momento dobbiamo pensare
solo alla Nocerina. Mi sembra che il Palermo abbia
voglia di lottare e sia disponibile ad ascoltare».
«Non ho la bacchetta magica, non saranno comunque
necessari stravolgimenti. Farlo equivarrebbe ad aggiungere
altre difficoltà a quelle esistenti. Non c'è una squadra
titolare, di solito decido un'ora prima della partita.
Questa squadra è stata finora allenata e organizzata
benissimo, con una sua precisa identità. Il mio compito
è quello di far ritrovare quest'identità». «Pensare
di dover vincere a tutti i costi a Nocera è deleterio.
Mette ansia, nervosismo e alla fine il gioco ne risente.
Se stiamo tranquilli, sarà più facile fare risultato».
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