Il Palermo ha festeggiato al "Joè Cuba" di Via Lanza di Scalea. In discoteca, 4 ore di canti e balli, brindisi e calici al cielo. Chionna, Suppa e Giampietro sono rimasti con la famiglia, Palumbo, Sicignano e Cappioli sono tornati a casa, ma tutti gli altri c’erano e si sono divertiti. Festa improvvisata, ma riuscita. Decine i tifosi presenti, con sciarpe e magliette rosanero. I giocatori sono arrivati con mogli e fidanzate, gli ultimi sono andati via alle 4, i primi sono arrivati poco prima di mezzanotte.

Foto di Tullio Puglia

Foto di Tullio Puglia

C’erano da sfogare tensioni represse che negli ultimi 50 giorni s’erano sempre più accumulate. E aumentavano maggiormente perché nessuno se l’aspettava. Allegria e risate al ritmo di musica latino-americana e "sound" anni ‘70. I più scatenati (anche perché i più giovani) Maggiolini ed Herrera. Il romano coperto da un giubbotto marrone di gran moda. Dalla "spinta" dei due sono stati coinvolti anche gli altri. L’atmosfera è diventata "simil-stadio": cori anti-Messina, il più in voga il classico «chi non salta giallorosso è», poi «ce ne andiamo, ce ne andiamo in serie B». Potenza della volata promozione, il Catania sembra quasi dimenticato.

Molto apprezzata la maglietta con la stampa enorme di una "B". Sono state stappate decine di bottiglie di spumante. Nemmeno i più timidi (Di Donato, Ferri, Brienza) si sono lasciati pregare, La Grotteria (in completo nero) sfoggiava un sorriso che da tempo non si vedeva. Quasi irriconoscibile per l’entusiasmo, Belmonte e come lui i giovani palermitani Accardi e Perna. Più tranquilli Furiani e Cardascio. Maggiolini, ad un certo punto, è rimasto addirittura senza camicia, a petto nudo, Perna s’è messo a fare il deejay, nessuno aveva voglia di dialogare, tutti pensavano solo a ballare. Intorno alle due il clou della festa, con La Grotteria e company sul palchetto della discoteca travolti dall'affetto dei tifosi. Dopo le 3 è arrivato anche Bombardini e quando ormai fiumi d’alcool avevano "inondato" la discoteca, la festa è finita. Se la sono meritata.

Foto di Tullio Puglia