CAPPIOLI,
"LIDER MAXIMO" ROSANERO
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Braccia alzate in segno di vittoria, pugno chiuso, la corsa
verso la curva dopo un gol baciando la fede nuziale o indicando
la fascia da capitano. Massimiliano Cappioli è l’emblema di
questo trionfale campionato del Palermo. Ma non tutto è andato
sempre così bene, per lui e per la squadra. Ha giocato un
girone d’andata a corrente alternata e nel ritorno è esploso,
mettendo la palla in rete a ripetizione e superando tutti
i problemi d’ambientamento naturali quando si passa dal paradiso
della A all’inferno della C. Oggi
è l'uomo dei gol, dei lanci smarcanti e delle "pubbliche
relazioni", che "cuce" i rapporti nello spogliatoio
incita la folla a tifare rosanero.
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Sonzogni
ha detto di lui: «Ha avuto dei problemi all'inizio, sia personali
che legati al modo in cui faccio lavorare la squadra. E non si era
ancora calato nel ruolo che gli avevo affidato. Da quando, tra novembre
e dicembre, ha iniziato ad entrare nella parte e a comprendere che
la C-1 è un campionato vero, ha cominciato a dare un grande contributo».
Il capitano ripete ora le stesse parole del "mister":
«Se pensiamo di aver già vinto, non abbiamo capito nulla». Parla
con maturità, acquisita in A ma anche in B e in C in campionati
vinti in passato con un’altra squadra isolana: il Cagliari.
Dice
che il Palermo può ripetere lo stesso straordinario exploit
di cui fu protagonista la squadra sarda: dalla C alla A e
poi alla Coppa Uefa. Max non rimpiange la possibilità di non
essere rimasto ancora in A, come il suo "mentore"
Mazzone gli aveva suggerito, o magari in B: «Questa è un'avventura
bellissima. Spero di ricambiare l'affetto dei palermitani
con la promozione». E alla gente chiede partecipazione perché
«uno stadio pieno fa "tremare" gli avversari». Intanto
si è trasformato in "bomber" superando a 33 anni
il proprio record personale.
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