Idolo della
città è ora il bomber Carletto Radice, il primo Palermo in serie
B è datato stagione ‘30/’31. I rosa alla fine saranno terzi con
un ottimo ruolino casalingo. E’ un periodo fervido della storia
del Palermo: il 24 gennaio ’32 si inaugura il nuovo stadio «Littorio»
(l’attuale «Favorita», la
capienza era di 15 mila spettatori) e nella prima gara l’Atalanta
viene sconfitta per 5-1. L’artefice di quest’impianto è il presidente
Francesco Paolo Barresi, costruttore, che morirà in Africa punto
da una vipera. La stagione ‘31/’32 è storica: il Palermo è promosso
per la prima volta in serie A, è primo con 50 punti grazie a un
attacco straordinario e Radice è capocannoniere con 27 gol! Fondamentale
per la promozione è l’allenatore ungherese Feldmann che arriva
a stagione iniziata.
Palermo
fa festa con la sua squadra: i rosa rimangono nella massima serie
per 4 stagioni, i nomi sono leggendari: Scarone, Borel I, Radice.
Uno dei pochissimi siciliani protagonisti di quest’avventura è
Luigi Ingrassia che, terminato col football, si dedicherà a tempo
pieno agli studi di medicina. Nella terza stagione di A i rosa
sfiorano addirittura la qualificazione alle coppe europee (settimi,
primato assoluto nella storia del Palermo), mentre nelle prime
due sono dodicesimi. In curva ci sono figure altrettanto storiche:
Calò «u’ furfante» e Totò «’u sfardatizzu», tifosi conosciuti
da tutti. In questo splendido quadriennio, lo stadio è gremito
e la squadra fa paura anche a formazioni del calibro di Inter
e Juventus. Nella quarta stagione (‘35/’36) il Palermo è quindicesimo
e retrocede.
Senza
più molti soldi in società, viene addirittura tassata la carne
di 10 lire per aiutare la squadra. Ma la squadra resta in B e
i giocatori migliori vengono ceduti. I rosanero sono settimi nel
‘36/’37, nel ‘37/’38 e nel ‘38/’39. Intanto lo stadio «Littorio»
diventa «Marone» e la maglia da rosanero a giallorossa (i colori
municipali) per ordine fascista. Il 30 agosto ’40 un'altra drammatica
radiazione, per inadempienza finanziaria. Al posto del Palermo
subentra lo Spezia.
La
nuova società rinasce l’anno, prendendo il posto della Juventina.
La squadra si chiama U.S. Palermo-Juventina, e gioca con una maglia
azzurra. Ma ormai è tempo di guerra, il fischio degli arbitri
si confonde con quello degli aerei che volano minacciosi sulla
testa dei calciatori in campo. In pieno conflitto si gioca ancora,
ma dopo il ’43 il Palermo disputa solo campionati regionali che
vince senza sforzo.